focus sul c.d. “Caso Gozzini”
Il femminicidio indica l’uccisione di una donna e una forma frequente di violenza domestica, perpetrata da familiari e spesso dal partner.
Prima del 2001, l’unica parola esistente di significato analogo era “uxoricidio”. Tuttavia però, la radice latina uxor (moglie) limitava il significato del termine all’uccisione di una donna in quanto moglie.
Nell’ordinamento penale italiano il termine femminicidio ha fatto il suo ingresso per la prima volta con il decreto legge 93/2013 per poi entrarne ufficialmente nel 2019 con il codice rosso, che mira a velocizzare le procedure di protezione nei confronti delle donne che abbiano presentato denuncia alle autorità competenti o che si trovino vittima di reati di genere.
La distinzione tra uxoricidio/omicidio e femminicidio è necessaria e spiegata in modo chiaro nelle motivazioni del Caso Gozzini in cui la Corte di Assise di Brescia ha assolto un imputato dall’addebito ascrittogli (consistente nell’aver cagionato la morte della moglie) «in quanto il medesimo, al momento del fatto, non era imputabile per vizio totale di mente» determinato da un «delirio di gelosia». All’uomo è stata però applicata la misura di sicurezza del ricovero presso una REMS.
Basterà ricordare che l’uxoricidio e il femminicidio non sono termini equivalenti e fungibili, perché il primo contrassegna la mera uccisione di una donna, mentre il secondo, avente contenuto criminologico, si riferisce all’uccisione di una donna in quanto tale per motivi legati al genere, e ciò in nome di matrici ideologiche misogine e sessiste o di arretratezza culturale di stampo patriarcale.Nulla di ciò può dirsi a proposito del caso all’esame…Non vi erano quei segni premonitori che costituiscono una caratteristica tipica del femminicidio
È necessario sottolineare che non uno ma ben tre psichiatri (rispettivamente consulenti del PM, PC e difesa) hanno concluso che l’uomo al momento del fatto fosse incapace di intendere e volere. Sia in aula che nelle motivazioni è detto che:
il signor Gozzini Antonio era all’epoca dei fatti, ed è attualmente, affetto da un Disturbo Delirante, tipo Gelosia
È stato proprio questo ad essere frainteso dal mezzo stampa, anche tramite la requisitoria del PM e che ha creato un vero e proprio caso mediatico, tanto che la Corte d’Assise di Brescia è stata tacciata di aver riportato indietro la giustizia al Medioevo.
Non c’è modo più chiaro per spiegare questo passaggio se non leggendo la sentenza:
dovrebbe essere chiara la profonda differenza tra la gelosia delirante, quale sintomo di una patologia psichiatrica, dalla gelosia come stato d’animo passionale, tale da determinare impulsi violenti improvvisi e incontrollati all’esito di acuti stati di tensione. Paragonare le due condizioni … è un errore enorme perché – si crea un parallelismo tra – una persona che ha un disturbo di natura psicotica con una persona che fa una scelta di agire […] che può essere più o meno impulsiva, più o meno motivata, più o meno razionale; però può scegliere […] Gozzini non poteva scegliere
Lucrezia F. Pulcini